Quale ruolo può avere la terapia di coppia durante il covid-19? di Flavio Nascimbene
La pandemia del Covid-19 ha scandito il tempo e lo spazio delle nostre relazioni affettive.
Molto abbiamo letto e sentito sui giornali e ovunque dai mass media sulle condizioni sanitarie, economiche e sociali indubbiamente messe a dura prova dalla pandemia e dal suo carico di chiusure seguite da riaperture e richiusure e nuove riaperture.
Le varie forme di restrizione adottate hanno portato a una graduale rarefazione delle relazioni amicali e/o sociali (e talvolta a un vero e proprio ritiro) che andassero al di là dei rapporti di “intimità affettiva”, ovvero la coppia o la famiglia. Naturalmente un capitolo a parte meriterebbero i single distanti dai loro affetti e certe categorie come le persone anziane, i disabili e le varie forme di fragilità.
Lo smart working degli adulti e la Dad dei bambini/ragazzi hanno comportato una sovrapposizione di tempi e di spazi normalmente differenziati, esponendo le persone a carichi e dinamiche mai vissute prima.
La casa, spazio principe della condivisione affettiva, è di colpo diventata ufficio e scuola e, nel caso delle famiglie senza particolari aiuti, il ruolo del genitore è stato fortemente contaminato da quelli del lavoratore e dell’insegnante, con passaggi veloci e continui dall’uno all’altro: stirare mentre si fa una call con il capo, fare la riunione in zoom mentre il figlio piccolo piange o passa davanti richiedendo attenzioni.
E il rapporto tra partner di coppia? Quale ruolo può avere in tal senso la terapia di coppia?
Dall’osservatorio clinico del nostro Centro – e in particolare dall’attività di terapia di coppia – è emerso con molta chiarezza come in molti casi tale situazione abbia inevitabilmente portato a una ridefinizione della relazione tra i partner sentimentali. Sono state osservate, all’interno della terapia di coppia, fondamentalmente tre tipologie di situazioni.
1) in molti casi la sovrapposizione di ruoli nello spazio casa (ufficio-scuola) si è tradotta in un disequilibrio dei ruoli e delle emozioni prevalenti, complice la stanchezza da sovraccarico.
Ad esempio il forte adattamento richiesto a genitori non abituati a un coinvolgimento attivo e continuativo nella gestione scolastica dei figli o dei mestieri di casa; oppure nello stravolgimento della dinamica relazionale tra partner conviventi che trovavano nell’esistenza di spazi individuali all’esterno (lavoro, palestra, hobby, ecc.) una condizione di desiderabilità del partner, che ora invece è sempre presente e immediatamente disponibile.
Vi sono in questa categoria anche tutte quelle situazioni in cui lo spazio di coppia, prima esistente e soddisfacente, è stato invaso o ‘schiacciato’ dal sovraccarico che comporta la compresenza costante dei figli o, nel caso di coppie conviventi con entrambi i membri in smart work, di richieste molto pressanti in ambito lavorativo che, sforando pesantemente gli orari d’ufficio, finiscono per ‘fagocitare’ le energie residue dei partner;
2) in altri casi tale situazione ha portato all’esacerbazione di problematiche latenti, fino a quel periodo alleviate o ’diluite’ nelle varie forme della socialità amicale, delle distrazioni personali o degli spazi individuali di tipo lavorativo, ricreativo o sportivo che costituivano vie di sfogo o di circolazione delle tensioni accumulate in casa.
A questa tipologia afferiscono tutte quelle forme pregresse di mancanza di dialogo profondo nella coppia, di intimità sessuale problematica, di ferite mai del tutto risolte collegate a episodi, delusioni pregresse o danni mai del tutto riparati;
3) Infine una terza tipologia riscontrata è quella, certamente drammatica, in cui le tensioni sono sfociate nell’esplosione acuta di conflitti di coppia o tra genitori e figli. In tal senso sono stati diffusi dai media dati statistici preoccupanti relativamente all’incremento della violenza intra-familiare, all’abuso di sostanze alcoliche e di psico-farmaci; e all’aumento delle separazioni conflittuali.
In queste situazioni la terapia di coppia ha dovuto fare purtroppo i conti con danni psicologici già conclamati e quindi con un intento riparativo e/o orientato alla mediazione del conflitto in atto.
Ma forse è ancora un’altra dimensione -forse più profonda e trasversale a tutte queste tipologie- quella che la terapia di coppia ai tempi del covid-19 ha fortemente messo in evidenza. L’impossibilità di attuare comportamenti all’esterno – di tipo ricreativo-ludico o sociale, compresi gli incontri con amici – ha portato all’inevitabilità di un confronto tout court con la realtà (o quanto meno ridotto le possibilità di evitare il contatto con essa).
In primis la realtà di un sé che si sente vulnerabile -ovvero potenzialmente suscettibile di contagio virale e/o di malattia- o quanto meno limitato in quanto coartato nel suo essere-nel-mondo delle relazioni.
In realtà casi questa situazione ha portato in un certo numero di casi a degli sviluppi interessanti e costruttivi in cui le persone hanno recuperato o avviato degli spazi individuali positivi: riprendere uno spazio di lettura, dedicarsi ad attività culinarie o manuali fino da sempre posticipate, iniziare un percorso di meditazione o ad avere un’attività introspettiva su di sé e suoi propri obiettivi, l’avvio di un percorso psicologico individuale per esplorare il sé e comprendere il senso della propria vita.
Infine nella terapia di coppia è emersa una cruciale dimensione relazionale: la convivenza h 24 ha messo ciascun membro della coppia in una situazione di contatto permanente con la realtà personale del partner, comprese quindi non solo le parti più ‘amabili’ che fungono da collante del legame ma anche i suoi lati divergenti e più ardui.
In certi casi la sovraesposizione ha scardinato meccanismi psicologici di stampo difensivo che erano stati normalmente facilitati da un’esposizione intermittente a taluna realtà, permettendo nella migliore delle ipotesi un avvicinamento più genuino e consapevole tra i partner; in altri ha invece dato il via a delle ‘scoperte’ non gradite che richiedono chiarimenti e provocano ulteriori evoluzioni del rapporto.
Dalle evidenze finora raccolte, in tutte e tre queste tipologie di situazioni la terapia di coppia si è rivelata un valido spazio di contenimento e supporto volto ad incrementare un dialogo più consapevole e costruttivo tra i partner della coppia.